Bisarca Maserati, il Tridente ritrovato   

2022-10-16 12:04:36 By : Ms. chunlin du

Erano davvero tempi eroici quelli in cui gli autisti delle bisarche trasportavano su e giù per l’Europa le vetture da corsa destinate a correre  sui grandi circuiti ai  quattro angoli del Continente: Monza, Le Mans, Nurburgring, solo per citarne alcuni.

Erano gli Anni Cinquanta e  Sessanta e i veicoli non offrivano alcun comfort, erano lenti e insicuri, con una viabilità complicata da percorsi per lo più privi di autostrade e spesso costellati da dogane. Con budget ben lontani da quelli attuali era inevitabile che ogni veicolo venisse sfruttato al massimo, fino a consunzione; uno dei motivi per i quali  è così difficile ritrovare bisarche di quegli anni gloriosi,  anche solo da essere restaurate.

Qualche anno, fa a Modena, è stato restaurato un vero reperto storico, più unico che raro: un Fiat 642 RN allestito da un carrozziere emiliano nel 1953 e utilizzato dalla Scuderia Maserati.  E proprio dalle parti di Modena è ritornato per un completo restauro, con la consulenza di Historica Selecta di Adolfo Orsi, nipote degli Orsi già proprietari della Maserati.

Proprio dagli elementi raccolti da Orsi è bene cominciare: la prima immatricolazione, del 27 luglio 1953 venne richiesta proprio dalla Maserati. Il veicolo di base è un telaio Fiat 642 RN, del 1953: evoluzione del 642 N del 1950, molto diffuso nella versione autocarro, è  caratterizzato dallo chassis ribassato e allungato per il trasporto passeggeri. La meccanica, semplice, sembra essere concepita in base al motto che tutto quel che non c’è, non si può rompere.   

Motore anteriore verticale Fiat 364 A di 6650 cc, trazione posteriore, cambio a quattro marce non sincronizzate, sospensioni a balestre semiellittiche, freni a tamburo con comando pneumatico.  I cavalli erano 92, erogati a soli 2.000 giri/min, che permettevano al veicolo una velocità massima di 77,5 km/h.

La linea della bisarca Maserati è piuttosto comune, molto simile a  quella delle  corriere di linea degli anni Cinquanta, con il parabrezza quasi verticale e il lungo sbalzo  posteriore; si evidenziano, però, la mascherina anteriore che riprende il motivo  del frontale delle monoposto A6 GCM e i fari anteriori con raccordo pseudoaerodinamico verso la fiancata

L’accesso a bordo è scomodo, perché la porta immette nella zona posteriore dell’abitacolo e occorre qualche contorsione per raggiungere il posto di guida, rigorosamente a destra, e quello del passeggero a sinistra.  Ritroviamo componenti Fiat dell’epoca nei comandi principali e nella strumentazione, che impiega quadranti circolari  per tachimetro, indicatore livello nafta, termometro dell’acqua, voltmetro e manometro dell’olio.

La grande leva a sinistra del quadro attiva l’acceleratore a mano, mentre di freno motore non se ne parla ancora. Dietro i sedili anteriori si trova una panchetta, lunga e stretta, con lo schienale rialzabile fino a formare la seconda cuccetta per i viaggi lunghi. Si sa che, all’epoca, l’equipaggio era anche di sei meccanici che erano anche cuochi e autisti: l’ipotesi è  che qualcuno devesse dormire sotto il camion.

Il vano di carico è molto semplice: aperto il portellone a doppio battente, due pedane estraibili consentono di caricare  le automobili nel ventre della bisarca, mentre le rampe permettono di superare la sporgenza dei passaruota e di caricare così due vetture.

Nel 1954 la Scuderia Maserati affiancò a questo 642 RN,  un più capiente 682 RN e  nel luglio del’57, quando fu pronto un nuovo 642 RN, allestito da Bartoletti,  cedette il veicolo a uno dei suoi clienti, il miliardario americano  Lance Reventlow, grande appassionato di automobili e pilota di un certo valore.

Reventlow divenne costruttore di auto da corsa con il marchio Scarab, arrivando fino alla Formula 1, anche se  con solo tre partecipazioni. Ridimensionate le sue ambizioni, il titolare della Scarab ebbe comunque modo di viaggiare in lungo e in largo per gli Stati Uniti con l’affidabile quanto lenta bisarca Fiat 642 RN, ora arricchita delle scritte Scarab sopra quelle Maserati, prima di abbandonare le corse nella prima metà degli anni Sessanta.

Dopo la morte di Reventlow nel 1972, della bisarca Maserati, abbandonata in qualche angolo d’America, si persero le tracce, finché ricomparve a un’asta di veicoli d’epoca negli USA, verso la fine degli Anni Novanta.

Venne allora acquistata dal collezionista italoamericano Lawrance Auriana che, a Modena,  l’ha fatta riportare alle condizioni d’origine.  Del costo del restauro non è dato sapere, ma del tempo richiesto si: quasi due anni. Oggi il Fiat 642 RN, oltre a qualche puntata in competizioni per auto d’epoca, fa bella mostra di sé nella spettacolare raccolta di vetture Sport italiane di Auriana, sfoggiando la targa originale: MO 30502.